Matteo Mancini

Prefazione dell'antologia "I Bastardi Senza Storia - Schegge impazzite del pulp-horror italiano" - omaggio a Giovanni Buzi

(Ed. Il Foglio, 2012, Pag. 360, ISBN 9788876063817))

Presentare un'antologia non è mai compito facile, poiché il rischio di annoiare il lettore con sterili discorsi di circostanza è sempre alto. Nell'occasione la difficoltà viene amplificata da un pizzico di commozione che non nego esser presente. Non si tratta di quell'entusiasmo che si libera quando si ha ormai la certezza che le proprie fatiche sono state ricompensate e che dunque quanto si è seminato è divenuto un frutto destinato a essere staccato dall'albero della fantasia per discendere tra le mani dei lettori. No, in questo caso c'è molto di più. Innanzi tutto c'è la soddisfazione per aver riunito un gruppo di amici scrittori (per gli amanti del dietro le quinte rivelo una punta di amarezza personale per aver visto sfumare alcune partecipazioni per ragioni di varia natura, ma fa parte del gioco, ahimé), più o meno giovani e più o meno conosciuti, con cui condividere la gioia di una pubblicazione. E poi c'è una ragione che fa di questa opera un qualcosa di speciale, quanto meno per chi vi ha partecipato, quasi un evento degno di esser ricordato.

Il progetto infatti, su proposta del sottoscritto, nasce con l'intenzione dichiarata di omaggiare uno dei più originali e coraggiosi scrittori apparsi nell'underground italiano contemporaneo e purtroppo scomparso prematuramente nel 2010. Il pensiero corre a Giovanni Buzi, eclettico artista a tutto tondo, critico d'arte, pittore, narratore di storie a metà strada tra l'erotismo e lo splatterpunk alla Clive Barker come gli dicevo sempre nei forum, avvertendo la sua soddisfazione velata da un'umiltà di cui era certamente dotato.

Conobbi Giovanni circa sette anni fa, in uno dei tanti laboratori di scrittura che imperversano nella rete, se non erro sul sito latelanera.com, avendo poi la fortuna di vederlo all'opera in svariati concorsi narrativi che ci vedevano contrapposti.

Fin da subito mi colpì la facilità di scrittura con cui intesseva le trame. Storie estreme, vuoi per la violenza o per la decisa componente sessuale che lui metteva in scena senza timori o ipocrisie dimostrando un coraggio che non è facile riscontrare nei giovani autori. Soprattutto però mi colpiva il suo interesse per la descrizione delle vesti dei personaggi, per il soffermarsi sui colori, per l'eleganza nella scelta delle parole e spesso per il tentativo di ricreare un campionario di profumi e rumori finalizzati a sconfinare in territori sondabili da sensi diversi da quello della vista. Un complesso di caratteristiche stilistiche che gli permettevano di toccare corde emozionali funzionali a trasportare il lettore all'interno dei vari racconti, trasformandolo in un personaggio condannato a scrutare da dietro le quinte le vicende di volta in volta proposte.

Dunque opere dotate di quel quid che le rendeva uniche e superiori alla media. Tuttavia i risultati ottenuti dalla penna di Buzi non rendono giustizia a un autore che comunque ha avuto la gioia di vedersi pubblicato sul Giallo Mondadori e in volumi di svariati editori, tra i quali Il Foglio Letterario di Gordiano Lupi che ha subito accettato con entusiasmo l'idea di confezionare un'antologia in memoria di Giovanni.

Così è nato il volume che avete tra le mani, grazie alla partecipazione di un folto gruppo di autori da me personalmente invitati ad aderire al progetto e che colgo l'occasione di ringraziare per l'ennesima volta.

L'obiettivo è stato quello di presentare un lotto di testi irriverenti e pulp, votati a un orrore non fine a sé stesso ma utile a rendersi veicolo per avanzare critiche sociali o spirituali. Protagonisti, per una volta, saranno i reietti, gli emarginati, coloro che sono considerati dei diversi.


Sono presenti anche due racconti di Buzi, il secondo dei quali mi fu inviato da lui stesso pochi giorni prima che volasse lassù dove imperano gli dei. Nonostante i problemi di salute, Giovanni accettò con entusiasmo il mio invito di partecipare a un'antologia horror su cui stavo lavorando. Si trattava di un progetto costruito quasi su misura per le caratteristiche visionarie della prosa di Buzi, trattandosi di un progetto dedicato a racconti impreziositi di un'impronta onirico/visionaria. Purtroppo, poi, il tutto non vide la luce per problemi con gli editori e così ho deciso di inserire quel racconto in questa antologia, un modo come un altro per considerare ancora Giovanni qui vicino a noi.

Del resto sono dell'opinione secondo cui un artista, grazie alle sue opere, sia un privilegiato rispetto ai c.d. uomini comuni, poiché gode della possibilità di vincere persino la morte e di vivere, attraverso le parole (e i disegni piuttosto che i film o le sculture), fino all'infinito. Se questo è vero lo è perché un'opera d'arte, di qualunque livello essa sia, altro non è che una conchiglia in cui vive la proiezione dell'anima di chi l'ha donata ai posteri. Per questo Giovanni non ci ha mai lasciato e oggi siamo qui con lui a condividere questa pubblicazione che spero possa piacergli.

Buona lettura a tutti.

Matteo Mancini
Settembre 2012