Intervista di Giovanni Buzi pubblicata su Gay.it (2008) a cura di Roberto Taddeucci
1) Comincerei, naturalmente, col chiederti com’è maturata l’idea di partenza di questo romanzo. Poi: C’è qualcosa di vero, nel senso di realmente accaduto, nella vicenda oppure e’ una storia inventata di sana pianta?La data che appare all’apertura d’Uragano: 28-12-2000 10h34, è la pura verità. Questo romanzo è nato da una delle mie varie “follie”, in quella precisa data, a Bruxelles, città in cui vivo dal 1990, sono veramente entrato in una chat gay con lo pseudo “Alex”, immaginandomi un ragazzo di 22 anni con quel tipo fisico e con quella voglia prepotente: essere uno schiavo a livello sessuale e psicologico. Fino all’incontro col Master, il dominatore, ogni mail, colpo di telefono ecc. è vero. Tanto vero che tutto questo è stato scritto in francese. Copiavo ogni mail inviata e ricevuta su un file. Solo in un secondo momento, dopo che l’incontro col virtuale Master non c’è mai stato (con quello, almeno...), ho iniziato a tradurre il tutto in italiano, cambiando un po’. La “Scheda di valutazione” dell’apprendista schiavo e il “Contratto di schiavitù” sono “veri” documenti che mi sono dovuto (dolorosamente...) procurare. Certi ambienti si aprono difficilmente; non sto parlando dei vari locali pubblici, ma di “locali privati”: case, soffitte e piccionaie ben fornite di “matos”, materile SM, come viene chiamato in francese. Non avrei mai creduto che in certi ambienti circolassero “veri documenti” cartacei che gente firma. Che valore abbiano giuridicamente non lo so, forse nessuno, ma hanno un grande valore psicologico per chi ci crede. I documenti che appaiono in questo romanzo sono stati soltanto leggermente modificati ai fini della finzione letteraria.
2) Chi sono i tuoi riferimenti letterari, nel senso degli autori dal cui stile e/o tematiche ti senti maggiormente ‘influenzato’ (sempre che ci siano).
Nel campo letterario, “figure guida” non credo d’averle. Mi piace sbattere il muso da solo, là dove mi piace andare. D’amori letterari ne ho invece tanti: Elsa Morante, Proust, Gide, Isherwood, Yourcenar, Sade, Rimbaud... e la nostra Regina Noir: Alda Teodorani, alla quale sono legato da una forte amicizia.
3) La tua produzione artistica comprende anche la pittura, per la quale hai realizzato dei quadri di ‘sex-horror’. Ci sono anche in quei dipinti elementi di contatto o attinenza col mondo dell’SM espolarto dal romanzo?
Nei miei quadri “sex-horror” c’è tanta violenza, sangue, cazzi (si può dire? Se no metti “falli”, “piselli”...), vagine slabbrate, munite di denti, affamate. Vedo ogni “apertura” del corpo umano, maschile e femminile come una bocca-ferita che azzanna e sbrana. I corpi sono spesso in metamorfosi, altro tema ricorrente e fondante della mia “storta” visione delle cose. Ci sono anche tanti angeli... ma i miei rompono i coglioni: sono ange-pipì, ange-chiant, hanno spesso tettonne, vagine arrossate e superpiselli... però sai, sembrerà strano, ma spesso hanno sguardi molto dolci. Cosa c’è fra questi miei quadri e il mondo SM? Molto. Solo che la violenza nel SM deve essere controllata; è un’arte. Un’arte della quale purtroppo non conosco tutte le ricche e preziose sfumature. Credo proprio che resterò per sempre “un apprendista schiavo”... Nei miei quadri sex-horror invece tutta la violenza si scatena: mi piace vedere schizzare sangue e sperma! Solo su carta, però...
Non è un caso che anche in questo romanzo lascio sfogare tutta la mia sete d’energia e violenza, soprattutto alla fine quando Alex, il bel ragazzo biondo di 22 anni, trova finalmente il suo Vero Master: un’entità più forte d’una tigre, più violento d’un serial killer, ma anche più dolce d’una lama che affonda nella carne.
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